Diversamente Migranti è il titolo che ho scelto di dare alla mostra che ho curato per la tredicesima edizione del festival di letterature applicate Marina Cafè Noir (2-6 settembre 2015), un festival molto attento e sensibile ai cambiamenti della società, alle disuguglianze e a volte illuminante nella scelta degli autori da proporre ad un pubblico sempre più numeroso.
Perchè Diversamente migranti”? E’ presto detto: siamo bombardati dalle immagini dei media e dalle relative strumentalizzazioni riguardo la presunta “invasione” di migranti a bordo di mezzi di fortuna ma migranti siamo tutti. Tutti noi che decidiamo di partire all’estero perchè stanchi delle beghe italiane, della mancanza di lavoro, dell’immobilismo sociale che non sa cosa vuol dire meritocrazia. Certo noi partiamo belli comodi mentre i nostri alter ego sfortunati arrivano, quando arrivano, in condizioni disastrose. Ciò non toglie che non ci sono differenze tra noi e loro da un punto di vista sociale. Le uniche differenze sono la loro disperazione e la nostra frustrazione (o ambizione).
Per questa mostra ho insistito sul concetto di libertà di movimento (Nostra Signora Libertà è anche il tema del festival marina Cafè Noir) che reputo tra i principali diritti dell’uomo perchè è fondamentale potersi spostare e decidere in piena autonomia dove stare, dove creare una famiglia, un futuro.
Questo percorso fotografico racchiude amici, conoscenti e tanti sconosciuti che hanno spontaneamente condiviso la mia idea e hanno voluto metterci la faccia, non avrò mai abbastanza parole per ringraziarli di questo gesto. Hanno condiviso aneddoti, storie, dubbi e gioie delle loro nuove vite con me e mi sento onorato per averli potuti ascoltare.
Un ringraziamento speciale va a Giovanni Runchina, giornalista del quotidiano Sardiniapost, autore di una interessante rubrica che si chiama “sardi nel mondo”. Lui mi ha fornito un appoggio concreto nel mettermi a disposizione i suoi contatti e mi ha permesso di dialogare con alcune delle persone meravigliose sopracitate. Ringrazio di cuore anche tutto lo staff di Chourmo che ha accolto il mio progetto con grande entusiasmo e mi ha dato molta visibilità, ringrazio Bruno Meloni, bravo allestitore dalle mille e una risorsa, e i volontari e le volontarie del festival che mi hanno aiutato nell’allestimento rendendolo meno faticoso e molto più stimolante.
A seguire il testo di accompagnamento alla mostra.
DIVERSAMENTE MIGRANTI
Mostra fotografica sulla migrazione sarda attuale nel mondo, a cura di Giacomo Pisano
Non viaggiamo stipati in barconi ma fuggiamo dal nostro paese con lo stesso bagaglio di sogni e incertezze di chiunque altro. Non facciamo cronaca come gli Africani ma, come loro, andiamo a “rubare” il lavoro a Inglesi, Francesi, Tedeschi, Americani, Olandesi, Giapponesi: siamo i migranti sardi, andiamo all’estero in cerca di qualcosa che ci faccia sentire bene. Si cambia lingua, si lasciano i punti di riferimento ma generalmente ci si integra perfettamente nel nuovo ambiente nonostante il ruolo di migranti. E allora perché il fenomeno delle migrazioni nel Mediterraneo spaventa e viene facilmente strumentalizzato? Noi nasciamo liberi cittadini del mondo, viaggiamo con l’aria condizionata e una valigia di vestiti puliti; chi parte dall’Africa e dal Medio Oriente, sempre che riesca ad arrivare a destinazione, si porta dietro solo un bagaglio di disperazione: chi sfugge alla guerra civile, chi alla fame. La paura verso questi migranti non deve farci dimenticare i nostri, un flusso ininterrotto nel tempo: i minatori in Belgio, gli sfollati in America e i meridionali che salivano al nord per lavorare in fabbrica. Eppure oggi, nonostante gli strumenti culturali in nostro possesso scegliamo di non capire le difficoltà altrui. La galleria di autoritratti fotografici proposta è un monito a non dimenticare che la diversità è motivo di crescita, e che in una massa confusa di corpi in viaggio ci sono anche i nostri figli, le nostre sorelle, i nostri amici e ci siamo noi. Senza cedere a sentimentalismi facili e senza toccare considerazioni di tipo politico, si vuole solo ricordare che la migrazione, seppure diversa, è storia universale, non conosce razza, religione, territorio ma solo la volontà di migliorare la propria vita che è un diritto. E i diritti devono essere di tutti oppure non possono essere chiamati tali.
è fattibile la pubblicazione completa della mostra per chi non avesse potuto vederla dal vivo?
ciao, l’idea di creare una piccola pubblicazione c’è ma per ora purtroppo si tratta solo di un embrione di progetto editoriale.