“Benvenuti in Italia”. Questo dovrebbe sentirsi dire chiunque per motivi di qualsiasi tipo dovesse ritrovarsi a mettere piede sul suolo italico. E invece tutti parlano di invasione, quando i numeri (che nessuno per volontà/manipolazione e ignoranza si va a leggere) dicono ben altro. La disinformazione oggi non ha giustificazioni, ai miei occhi lo ha ancora meno la mancanza di empatia che dovrebbe, e dico dovrebbe, rientrare nelle famose caratteristiche della specie che dovrebbero (qui il dovrebbero è veramente d’obbligo) distinguerci dagli animali.
Sabato lo spazio Search a Cagliari ha ospitato Pietro Bartolo, il medico siciliano che come volontario opera a Lampedusa dal 2002. Ha raccontato la sua esperienza nel libro “Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza” edito da Mondadori. Ci ha mostrato video, foto e raccontato cose che i media non raccontano. Cose terribili. Cose davanti alle quali se non si prova empatia non si può essere definiti umani.
Il governo, i media, il popolo bue possono fare scatenare tutto l’allarmismo che vogliono ma io non mi lascerò fregare da quattro parole retoriche, due urla e uno spintone. Guardando in volto un’altra persona, a meno che io non sia realmente minacciato, continuerò a vedere solo qualcuno identico a me, per diritti, bisogni e legittime aspirazioni indipendentemente da colore della pelle, luogo di provenienza e religione.
Rimanere umani è l’unico modo di non prestare il fianco ai fascisti dei nostri tempi.
Rimanere umani è un dovere di tutti quelli che si definiscono tali.