La quattordicesima edizione di Marina Cafè Noir è stata per me particolarmente sentita non solo per tutte le ragioni che mi fanno amare e collaborare con lo staff di Chourmo da anni ma anche per questioni personali. Qualche giorno prima dell’apertura infatti veniva a mancare mio padre, Giorgio Pisano, firma storica del quotidiano L’Unione Sarda ma soprattutto padre e persona meravigliosa. Approfitto di questo spazio per ringraziare gli amici di Chourmo che hanno dedicato a lui la serata di apertura di un festival che mio padre ha sempre amato e di cui collezionava con orgoglio le magliette come stellette su una giubba militare. Grazie a Francesco Abate che lo ha ricordato esattamente come era, semplice, diretto, onesto. Solo a Marina Cafè Noir avrei potuto concedere la mia presenza così vulnerabile in questo momento perché il calore delle persone, delle belle persone che lo animano, mi ha fatto sentire protetto. Ho avuto una infinità di abbracci sentiti e belle parole, tanti al punto di chiedermi se merito tutta questa attenzione. Ho smesso di chiedermelo…mi limito ad essere grato. Il peso del dolore grazie a tutti voi è parso condiviso e più leggero, e il vuoto fa meno paura.
Tantissimi i partecipanti al festival, di tutti i tipi, di tutte le età: dalle attività didattiche e di svago per i bambini fino ai dibattiti più impegnati mi stupisco della bellezza che regala la visione di un pubblico così vasto capace di stare in piedi ore per assistere ad un reading. Ho ascoltato con piacere Rita Indiana, scrittrice della Repubblica Domenicana che mi ha permesso di viaggiare nel suo paese che non ho mai visto nella realtà. Mi son emozionato davanti alla sobrietà di Sam Millar, ex attivista dell’IRA, imprigionato e torturato per anni senza mai venire meno ai suoi ideali. Ho ascoltato Michela Murgia e Marcello Fois discutere dell’importanza della bellezza dei luoghi per crescere cittadini più attenti e sensibili. Ho assistito al racconto di Karim Franceschi, combattente a Kobane al fianco della resistenza contro l’Isis; dal delicato ricordo di Gianmaria Testa di Giacomo Casti e Chiara Effe fino al divertente finale dell’Armeria Dei Briganti. E ancora mostre: le eleganti illustrazioni di Angelo Monne, le suggestive installazioni luminose in ceramica del laboratorio Raku, le fotografie (alla Mem) di Rosi Giua e Alec Cani. E poi libri, chiacchiere, suggestioni che rendono Cagliari una città migliore.
- Francesca Mulas intervista Rita Indiana
- il Giardino sotto le Mura
- il Giardino sotto le Mura
- Giacomo Casti
- il Giardino sotto le Mura
- Nicola Muscas intervista Michela Murgia e Marcello Fois
- il pubblico di Marina Cafè NOir
- Karim Franceschi
- Chiara Effe e Giacomo Casti
- lettori rilassati sulle pietre di Pinuccio Sciola
- Francesco Abate al Poetto