Considerazioni per genitori preoccupati

Ci vuole una dose di coraggio enorme per decidere di mettere al mondo un figlio, certo, se lo si fa in piena coscienza e non “perché si deve fare”, “perché voglio che sia come me”, “perché se no non mi sento realizzato come persona”. Anche partendo da una condizione ottimale in cui il bambino cresce, studia e cerca la sua strada il ruolo di genitore rimane sempre in bilico tra benevolo guardiano e ansioso spettatore. E’ così, è la natura.

Quello che purtroppo la mia generazione – e in modo ancor più drastico le generazioni a seguire – ha imparato è che possiamo concepire solo il presente. Mentre venivamo al mondo i Sex Pistols cantavano “No future for me, no future for you” parole critiche e rivelatisi profetiche in una delle loro canzoni più note “God Save The Queen”, irriverente inno alla demolizione dei canoni tradizionali e degli status ipocriti portati avanti a discapito delle categorie di lavoratori e dei giovani in genere.

Sono passati quasi 40 anni in cui deliberatamente è stato perseguito un collasso sociale, una crisi del lavoro e una generale decadenza economica a vantaggio di pochi. A fronte di questa nuova realtà i sogni delle persone son diventati a misura di giornata o poco più. Dopo la disillusione dell’inutilità dei titoli universitari (nella maggior parte dei casi, ma con le dovute eccezioni ovviamente), dopo la delusione delle specializzazioni e dei master che non consentono di aspirare ad alcun prestigioso incarico ma solo a parcheggiare il fondoschiena in call center o altri luoghi di schiavitù similare con la consapevolezza del malcontento, arriva infatti la botta finale all’autostima e all’ambizione: il lavoro.

Nessuno ritiene utile versare contributi per una pensione che non arriverà mai, quasi nessuno è impiegato nel campo per cui ha speso soldi e fatica sui libri, lo spirito generale è vivere il presente perchè la stessa classe dirigente (destra e sinistra senza eccezioni) muove la società in questa direzione che sotto il delicato termine di flessibilità nasconde invece la ben più allarmante precarietà. Sono mille gli stratagemmi per non assumere le persone: dai tirocini ai cocopro, dagli stages alle collaborazioni occasionali.

Dai oggi dai domani noi ci siamo abituati a questa traballante carriera che ci costringe a spaziare in tutti i campi acchiappando l’acchiappabile e guardando non più avanti del nostro naso. Ovviamente questo ci ha reso molto più cinici, disincantati ed egoisti. Hic et Nunc, cogli l’attimo…mai come ora frasi come queste possono dirsi attuali eppure agli occhi dei nostri increduli genitori (che alla nostra età avevano già un lavoro scelto e non imposto, comprato casa, si erano sposati e avevano almeno già un figlio) suonano come drastici propositi di suicidio sociale con annesse ovvie ansie.

Il fatto è che nonostante le difficoltà e i malumori davvero noi ci siamo assuefatti alla situazione e non ci aspettiamo niente, ci lamentiamo, anche tanto, ma sopravviviamo consapevolmente. La mancanza di ambizione, il crollo delle nascite, l’assenza di speranza sociale sono alcune delle conseguenze più evidenti di questa stortura che per la famiglia è davvero inconcepibile. I nostri genitori non si spiegano come mai non pensiamo a quando saremo vecchi, alla pensione, ai figli, non riescono a rendersi conto a differenza nostra che ci è stato tolto ogni futuro e che l’unico tempo che possiamo vivere è il presente.

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6 risposte a Considerazioni per genitori preoccupati

  1. richi ha detto:

    tutto ottimo. perfetta fotografia sociale!
    un solo appunto: da “god Save The Queen” ne sono passati quasi 40 di anni, non 30. 🙂
    stiamo inesorabilmente invecchiando! 🙂

  2. Massimo ha detto:

    Ottimo articolo.

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