Trascrivo qui il breve intervento che ho raccontato in pubblico lo scorso anno quando gli amici del festival letterario Marina Cafè Noir mi ha chiesto di esprimere in pubblico un ricordo su mio nonno, Aquilino Cannas, uno tra i maggiori poeti sardi. Dapprima ero nel panico più totale per via dell’emozione e non volevo accettare ma poi ho pensato che a mio nonno Marina Cafè Noir sarebbe piaciuta moltissimo come manifestazione e che sicuramente la avrebbe appoggiata con grande slancio. Quindi mi son fatto forza e a metà dell’appuntamento letterario dedicato a lui in cui recitavano Elio Turno Arthemalle e Rossella Faa, ho letto il mio intervento finendo, come temevo, con la voce rotta.
Questo è il breve ricordo che ho scelto di condividere con la gente accorsa per ascoltare le sue poesie.
“Mio nonno in famiglia era considerato dai figli un uomo tutto d’un pezzo ma con noi nipoti, come spesso capita, si era incredibilmente ammorbidito. Ricordo incursioni segrete in cucina dove mi consegnava biscotti plasmon carichi di nutella ovviamente all’insaputa dei miei genitori. Di buon grado accettava corse scatenate intorno al grande tavolo della sala da pranzo dove leggeva con cura maniacale i giornali e seguiva tutti i tg interagendo con essi con linguaggio educato ma estremo. Talvolta, in genere in corrispondenza del faccione abbronzato e ghignante di Berlusconi prorompeva in anatemi o frastimi che dir si voglia che però non si sono rivelati efficaci. Mio nonno non c’è più e di quell’altro invece, che lui chiamava patetico guitto, non riusciamo a liberarci. Di mio nonno ricordo tantissime cose: le poesie, carte e carte di appunti che riordinava, sceglieva, pubblicava, e poi libri, libri, libri trattati come oggetti sacri. Ricordo gli incontri letterari con scrittori, poeti, esperti di lingua sarda nel suo salotto avvolto dal fumo: Francesco Masala, Giovanni Lilliu tra i tanti. Ricordo i racconti della prigionia in Africa durante la guerra, i pranzi della domenica a cui aggiungeva sempre un po’ di berberè e poi questi suoi punti fermi: amore per gli animali e la natura, fibra morale da “mi spezzo ma non mi piego”, impegno attivo per la difesa della cultura e di Cagliari. Cose che sicuramente mi hanno segnato perché sono le stesse che muovono me. E quando mancano o le vedo profanate sbotto in modo decisamente meno elegante di mio nonno; d’altra parte se come blogger ho scelto il nome Arrevexio un motivo ci sarà….il sangue non è acqua. Ho voluto bene a mio nonno non perché fosse mio nonno ma perché era una persona piena di grinta e di intelligenza. Fino all’ultimo, prima di spegnersi, è rimasto attento a ciò che accadeva nel mondo, fiero ma mai supponente. Mi ha insegnato che l’eleganza è una cosa naturale, che la dignità non ha prezzo, che un animale è fedele per la vita, che bisogna restare vigili perché il nemico è in agguato e ha sempre nuovi volti, che l’ignoranza è miseria morale…molto peggiore di quella economica, che dobbiamo lottare nel nostro piccolo per mantenere buono il mondo che ci circonda e che non ci sono solo grandi guerre da combattere ma quotidiane battaglie per migliorare e migliorarsi. Questo era mio nonno”.
Un ricordo bellissimo di tuo nonno…i miei due nonni sono andati via 14 anni fa, due persone fantastiche che hanno lasciato un grande vuoto dentro di me e dentro i cuori delle mie nonne!
Grazie cara….io purtroppo non ho più nonni nè nonne…mi mancano veramente tanto.
posso immaginare 😦
Che bella storia…dalla nutella all’Africa!
eh si…e ce ne sarebbero ancora tantissime da raccontare
Mi è piaciuto molto. Anche io vorrei esprimere un ricordo così, ma succede spesso che rimane tutto nella mia mente, e la penna (anche se virtuale) rimane sempre con l’inchiostro in canna.
Pochi giorni fa ho perso nonna. era l’ultima dei quattro e adesso sono rimasto anche io senza. Penso sia un vuoto pesante quello che lasciano i nonni, soprattutto quella generazione di nonni. Io ho notato che fnchè non è andata via anche nonna il distacco con tutti non era così forte.
Mi dispiace Riccardo, posso capire molto bene come ti senti anch es eil tuo lutto è più recente. Hai ragione, quella generazione di nonni era speciale in qualche modo perchè hanno attraversato epoche diverse e hanno saputo mantenere sani i loro principi e il carattere saldo. Ti assicuro comunque che non è stato facile per me sintetizzare cosa raccontare e ancora meno esporre al pubblico…alla fine ho lasciato fluire le emozioni, i ricordi più rapidi a risalire in superfice e il resto lo ho affidato alla fortuna…ce l’ho fatta a terminare l’esposizione pubblica ma sul finale…