Turismo e Monumenti Aperti tra antichi miti e nuove chimere

           monumenti-aperti                    Ogni anno, da tanti anni, Cagliari apre alla cittadinanza e ai turisti il suo patrimonio culturale, storico, artistico e archeologico con la manifestazione Monumenti Aperti. Un colosso che muove centinaia di persone tra associazioni, burocrati, volontari, scolari. Puntualmente ogni anno si registrano numeri altissimi e un ottimo indice di gradimento, io stesso ci ho lavorato per diversi anni fronte ufficio stampa ma anche come operatore didattico per istruire le classi che si offfrono come guide ai visitatori. Con il tempo il format è stato esportato nell’hinterland e anche in altre zone della Sardegna e in questa edizione addirittura nella regione Piemonte.

Come ogni anno dopo la manifestazione seguono le stesse polemiche riassunte in poche frasi dei cittadini “Abbiamo un patrimonio straordinario, non conoscevo questi angoli della mia città, dovrebbero tenerli aperti sempre” e per contro i portavoce delle istituzioni “siamo felici del successo purtroppo non ci sono soldi per tenere aperti tutti questi monumenti durante l’anno”. Da anni la stessa trafila di botta e risposta. Non credo sia necessario essere Winston Churcill per capire una serie di cose che si palesano da queste affermazioni. Intanto molti Cagliaritani neanche sanno in quale città vivono, o meglio la vivono in modo spersonalizzato, privati della conoscenza e del valore che ne consegue. Un cittadino che ignora i suoi beni nulla fa per proteggerli perchè non ne conosce il valore per cui, come nel caso della necropoli di Tuvixeddu per esempio, non si allarma più di tanto nel sentire che la si sta cementando per costruirci palazzi. Un cittadino informato invece protegge il patrimonio culturale perchè è la sua identità e oltre tutto porta prestigio e introiti. Un cittadino furbo si ingegna e crea un lavoro intorno a queste bellezze naturali e monumentali.

Fatta questa ovvia e banale premessa mi chiedo come sia possibile che le istituzioni non si rendano conto della grande voglia che esiste da parte dei cittadini di riappropriarsi della città e valorizzarla. Mi stupisce che non si rendano conto che in verità questi tanti luoghi di cultura facilmente potrebbero restare aperti al pubblico dando opportunità di lavoro ad archeologi, storici dell’arte, botanici, biologi e altri professionisti riuniti in associazioni o consorzi. E’ davvero impossibile stabilire un accordo che preveda l’assegnazione di un sito ad una associazione che lo gestisce in base alle sue competenze? Il ricavato dei biglietti resterebbe in parte all’associazione in parte al Comune con buona pace di tutti. In questo modo tante associazioni potrebbero mettere alla prova le loro competenze, sentendosi responsabili e veramente coinvolti nel processo culturale che vede Cagliari candidata a capitale della Cultura. Ma non solo, si affinerebbero la didattica e le attività rivolte verso i più piccoli per insegnare loro a rispettare e difendere il patrimonio pubblico perchè se anche non ti interessano particolarmente i retabli medioevali potrebbero comunque un giorno offrirti opportunità di lavoro come guida, custode, addetto alla biglietteria, curatore, restauratore e via dicendo.

Ogni singolo bene se gestito come si deve è fonte di guadagno, o meglio può esserlo, ci vuole tempo, ci vuole impegno…ma perchè negarlo? Le associazioni si assumerebbero l’onere di aprire i luoghi, gestirli, tenerli puliti e disponibili guadagnando qualcosa e promuovendo attività; il Comune vanterebbe una capillare attenzione sul territorio e ricaverebbe anche qualcosa dalle varie biglietterie. Perchè non pensare veramente ad una rivoluzione culturale che per essere efficace deve sempre essere condivisa dal basso e non solo pensata a misura dei burocrati?

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2 risposte a Turismo e Monumenti Aperti tra antichi miti e nuove chimere

  1. zuccazoe ha detto:

    Verissimo. Io sono la prima ad “ignorare” la mia bellissima città. Per fortuna sono arrivati i miei piccoli salvatori ad aprirmi occhi e cuore! Da quando sono diventata mamma ho capito quanto sia importante guardare e scoprire tutto ció che ci circonda per poi imparare ad amarlo.

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