prossima mostra per la rassegna Vamp: Manu Invisible e Laura Frau

manu invisible (1)

Street art, slow design, ecopainting e installazioni 10 aprile5 maggio 2013

L’interazione tra i due giovanissimi artisti sardi residenti a Milano è molto innovativa: alle creazioni pittoriche del noto writer Manu Invisible la slow designer Laura Frau accosta i suoi interventi eco. Grandi sagome dipinte con lo spray includono elementi di riciclo multi materiali e piante verdi. Pittura, design, street art, grafica e guerrilla gardening si incontrano armoniosamente conquistando gli spazi al chiuso dell’Exma e gli ambienti all’aperto. Installazioni tessili, bozzetti grafici e oggetti recuperati acquistano nuovo valore espressivo grazie alla rielaborazione di Manu e Laura. Sensibili al fascino della strada, della cultura urbana e del riciclo i due artisti hanno realizzato, ognuno secondo la sua inclinazione, una sorta di ambiente urbano che mira a proporre una dimensione più umana, improntata alla bellezza semplice, alla gioia del colore e al potere rigenerante delle piante. Piccoli orti cittadini contenuti nei bancali, cascate di plastica ad emulare l’acqua, bombolette spray insistono sul compensato suggerendo storie e scenari. Manu Invisible è forse il writer sardo più abile nel ritrarre persone e nel definire le loro vicende, la sua capacità di cogliere emozioni in un lampo di luce e fissarle nel disegno è affascinante e non comune, tanto da renderlo inconfondibile quando ci si imbatte in una sua creazione in giro per la città, in tutta la Sardegna o a Milano. Laura Frau colpisce per la sensibilità nell’intuire le potenzialità di un oggetto dimenticato e, unita alla straordinaria manualità e all’estro creativo, questa sensibilità si trasforma in una vera e propria macchina d’assalto che spara senza sosta idee in grado di rendere il nostro quotidiano più gradevole. Questo è forse l’elemento che più li accomuna: il desiderio di portare il colore, strappare un sorriso, cercare il bello nella fredda indifferenza delle nostre città, per ricordarci che siamo persone ma soprattutto che siamo stati bambini e che anche noi un tempo riuscivamo a scorgere il cielo nel grigio di un muro.

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