Week end lungo trascorso a Madrid…ma non così lungo da soddisfare tutta la voglia di esplorazione che avevo. Nonostante la casa in pieno centro e la possibilità di muoversi a piedi liberamente il tempo è stato risucchiato in un buco nero che neanche il nostro amico Andrea, guida preziosissima alla vera Madrid, è riuscito a contrastare.
Le prime impressioni che ho avuto sono quelle di una città elegante, discreta, in netto contrasto con il caos di Barcellona. I palazzi liberty si inseguono uno con l’altro immersi nel verde, una profusione di locali sempre pienissimi di gente di ogni tipo fanno di Madrid un unicum. A qualsiasi ora intere comitive di signori/e anziani/e si buttano nella movida come ragazzini passando da bettole a ristoranti di lusso che mantengono comunque prezzi accessibili.
Ovunque cani, locali vegan e vegetariani, negozi hand made, peluquerie e farmacie. La mia prima tappa è il Prado, mastodontico monumento alla storia dell’arte. Magnifico, con didascalie che istruiscono in modo chiaro e didattico raccontando molto più del dettaglio tecnico. A opere di indicibile grandezza come Guernica si affiancano autori che dal vivo si caricano di una forza immensa: Antonello da Messina, Guido Reni, Cranach, Tiepolo, El Greco, Mantegna, Botticelli, Caravaggio, Velasquez, Van Eyck, Ribera, e in particolare la folle pittura di Bosch (el Bosco in Spagna) che diventa impareggiabile nel trittico delle delizie ammirato dal vero. Incredibilmente forte anche la serie di picturas nigras di Goya con il celebre Gran Cabron e il volo di Asmodea. Di grandissimo interesse anche le opere dal marcato carattere storico che raccontano il lungo periodo oppressivo del franchismo. La cena, a casa di Andrea, la nostra talpa madrilena, ci ha regalato ottimo gazpacho, pasta e la tipica tortilla di patate. Ovviamente alla cena segue passeggiata dimagrante subito resa inutile dalla sosta al Morto che Parla, locale carino e chiassosissimo nel quartiere di Malasana per un lungo drink alcolico. Vediamo dall’esterno purtroppo perchè era chiusa anche la Tabacalera,
ex manifattura tabacchi, occupata e con il benestare del Comune adibita a centro espositivo e didattico gratuitamente aperto a tutti. La seconda tappa non poteva che essere il Rejna Sofia, museo di arte moderna e contemporanea che annovera celebrità come Tanguy, Dali, Tapies, Arp, Lucio Fontana, Mario Sironi, Man Ray, Picasso, Goya, Breton, Pistoletto, Miro, Kandinskj solo per citarne alcuni. Il museo, con una struttura di grande eleganza in acciaio e cristallo, si sviluppa su quattro piani di cui l’ultimo è una terrazza panoramica che
abbraccia buona parte del centro di Madrid. Qui c’è anche il monumento ai caduti nell’attentato alla vicina stazione della metropolitana. Il museo ospita anche una caffetteria, due book shop da sbavo e una biblioteca di un’eleganza mai vista. Interessante anche la mostra temporanea su Artaud, la psicanalisi e i letteristi (artisti dediti ad una sperimentazione alfabetica). Alla visita splendida ma devastante per piedi e gambe segue lo shopping nel quartiere Malasana e poi una magnifica cena vegetariana all’Ecocentro, store, ristorante e punto di informazione e promozione della cultura vegan. Calati nell’oblio della stanchezza l’utimo giorno utile dopo il sonno ristoratore ci vede tentare una visita alla collezione Tyssen. L’operazione si rivela impossibile per la troppa fila, simile destino al palazzo reale. Ci accontentiamo di vederlo da fuori cosi come la cattedrale, i giardini reali e il Caixa Forum che ospita una mostra su Blake e di fronte ha un edificio caratterizzato da una parete verticale completamente verde, ricoperta di lussureggianti arbusti.
Giriamo la città stupendoci delle sue possibilità, dei tanti teatri, delle gallerie, delle piazze come la Maior, o la Puerta del Sol, dove non si può che restare estasiati. Qui vediamo anche una manifestazione di protesta degli indignados, ne vedremo un’altra la notte stessa con uno schieramento di polizia mai visto prima e surrealisticamente un matrimonio festoso ad appena due metri di distanza.
Ma questa è Madrid, mi è parso di capire, con le strade che si colorano di ogni razza e tipologia umana, con il quartiere Chueca, ex zona di spaccio ripulita dalla attivissima comunità gay e resa chic, viva, piena di locali e taverne. Colpisce la varietà immensa di ritrovi: dalle piazze alle bettole, dai bar degli hotel di lusso ai club sadomaso.
Insomma ce ne è per tutti i gusti e non si vede una rissa manco a pagare…la vita notturna si snoda leggera e senza pensieri.
Noi andiamo al dark hole che si rivela deludente, nello storico club dark madrileno poco pubblico e una musica intrappolata ai primi anni ’80 che proprio non ci va giu.
Si torna a dormire dopo aver parlato di viaggi, di indipendentismo, di pregi e difetti di Italia e Spagna con un’unica convinzione: tornare qui ancora una volta.
Madrid
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