Una delle più straordinarie icone della moda internazionale ci ha lasciato. Anna Piaggi, 81 anni, è scomparsa lasciando alla moda e alla gente le sue idee di eleganza, di follia, di sperimentazione. Un’eredità iconoclasta perseguita con colta e naturale ironia fin dai primi anni ’70 quando la moda made in Italy era poco più che un’impresa a gestione familiare di tipo sartoriale. Scrive per Vogue, progetta Vanity Fair, la sua firma compare sulle più prestigiose testate nazionali e internazionali. Intelligente, ironica, a suo modo bellissima e intransigente non si è mai prestata al circo delle televisioni, lontana dai rumours e dai giornali di gossips, Anna Piaggi ha lavorato tanto per la moda in Italia, ne è divenuta emblema eccentrico e iperbolico, ha segnato un confine sfruttando se stessa come opera d’arte e come elemento di comunicazione. Lungi dall’essere una curiosa decorazione è stata invece protagonista assoluta della moda italiana ed estera creando il proprio memorabile stile, fatto di sovrapposizioni di correnti e tessuti, di immagini e simboli, anticipando il gusto vintage e creando un messaggio chiaro e stupendo: osare sempre, ogni eccesso se accompagnato da intelligenza ed ironia è perfettamente accettabile. Ed ecco quindi che gli abiti usati si mescolano a tessuti tecnici, cappelli sculture (che mi hanno ispirato per il mio progetto SHOCK HAIR http://shockhair.wordpress.com/), trucco teatrale alla faccia dei diktat stagionali e dei personaggi/comparse che si vestono per coprirsi e non sono neanche in grado di comprendere cosa indossano. Lei non si è mai lasciata manipolare e ha saputo miscelare con grande naturalezza capi d’alta moda ad accessori sregolati insegnandoci che lo stile è un’arte. Pazza per i cappelli, sovradimensionati, microscopici, futuristici, retrò ha presenziato fino all’ultimo a tutte le più importanti sfilate mondiali, senza trascurare la ricerca e lo studio dei nuovi talenti. Anna è mancata, la sua arte e il suo messaggio restano.
la moda e l’arte di Anna Piaggi
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