Olanda 2012 pensieri sparsi

L’Olanda è un posto strano, anche durante la mia terza visita le impressioni sono identiche. Un posto molto rispettoso e civile, i più cool direbbero che è “easy”, niente giacche e cravatte, niente tailleur ingessanti, molto casual wear e soprattutto molta allegria.

Al di là dei luoghi comuni legati ai coffee shop che non mi interessano minimamente, ed escluse anche le rinomate vetrine, che attirano più che altro curiosi italiani repressi (e qui ci sarebbe parecchio da riflettere), mi concentrerò sul fatto che ogni attività pare svolgersi in modo sereno e niente affatto frenetico. Gite sulle barche nei canali, pranzi consumati all’ombra dei moltissimi alberi, negozi di design intelligente e ironico, gatti pingui e affettuosi che conoscono evidentemente solo le carezze dell’uomo, tante opere di street art alle pareti in giro. Questo il quadro generale che mi son fatto di Amsterdam, un luogo in cui il tempo scorre lento, e in cui la convivenza tra razze pare essere scontata. Nati da generazioni di mercanti borghesi colti, interessati a difendere il benessere, gli olandesi hanno saputo fare tesoro dei viaggiatori e degli immigrati, rendendoli partecipi di tutta la macchina statale, una macchina sul cui sedile siede una famiglia reale poco ingerente e apparentemente benvoluta. Anche Utrecht, cittadina che ospita il festival che seguo da anni, il Summer Darkness, esprime in piccolo ciò che Amstersdam offre. Canali più puliti, piccoli ristoranti e negozietti antiquari che si affacciano sull’acqua, un centro storico verde e con un duomo incredibilmente bello, luci soffuse e candele, ancora tanti gatti affettuosi e ben pasciuti. Il Summer Darkness attira un pubblico in media più adulto rispetto ai festival tedeschi, punta sulla qualità musicale più che sul folklore. Nulla da dire sulle performance di band ormai consolidate (Peter Hook, Vomito Negro, Suicide Commando, Empusae, Straftanz, Combichrist, Aesthetic Perfection, Camerata Mediolanense, Haujobb, Sonar), i relativamente esordienti (Triarii, Surgyn), giusto un po’ di rammarico per aver perso Winterkalte e Incubite per via della distanza tra una location e l’altra del festival. Non mi son piaciuti invece i Terrorholokaust chiassosi e inconcludenti nè i Nachtmahr che si riconfermano inutili. Interessanti anche le scelte musicali operate da alcuni dj dell’organizzazione Cyberia durante i tanti parties. Da lodare anche parecchie proposte del market che offriva stand dal contenuto spesso artigianale e non prodotti in serie dei soliti brand alternative. Se escludiamo la difficoltà di conciliare le attività del festival con i pranzi e le cene, fatto dovuto agli orari rigidi e peculiari che gli olandesi osservano, direi che è una vacanza perfetta, a metà tra cultura mainstream e divertimento. Splendide e utilissime le ore trascorse nel museo di storia della città, interattivo, curatissimo e veramente istruttivo. Divertente anche Nemo, il museo per ragazzi progettato da Renzo Piano che in tre piani racchiude tutti gli esperimenti possibili e immaginabili che spaziano dalla corrente elettrica alle onde cerebrali, dal dna alla rifrazione della luce più una sezione con scheletri,  animali e feti in formalina. Inaccessibile anche questa volta il museo Van Gogh che richiedeva almeno 3 ore di fila sotto il sole cocente. Che dire? Un altro buon motivo per tornare l’anno prossimo 🙂

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2 risposte a Olanda 2012 pensieri sparsi

  1. Francesca Mendola ha detto:

    la prossima ci saro`<3

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